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Iperspazio e multiverso

Ultimo Aggiornamento: 16/06/2008 09:22
24/05/2008 18:35
Storia e destino futuro del nostro universo
Carissimi amici del forum 2012, vorrei riproporre il mio post "la teoria del tutto" in una nuova versione corretta ed ampliata. Mi auguro che susciti il vostro interesse.

  

Macrocosmi e infinitesimi

                   



Nicola Giampaolo
   

Cominciamo con il ricordare che secondo le teorie ormai ampiamente più accreditate, il nostro universo si sarebbe formato dalla espansione rapidissima di una particella dalla dimensione puntiforme: è la famosa teoria del big-bang.
Si inizia a capire quindi che una realtà estesa quale l’universo sia in relazione con una particella molto piccola dalla quale ha preso forma.E’ come dire che in un punto dello spazio erano concentrati parametri sia quantitativamente, sia qualitativamente infiniti: pensiamo ad esempio all’energia o alla densità di tale particella.Pertanto anche lo spazio che doveva contenere questa particella doveva avere la qualità e la quantità dell’infinito: se una bottiglia deve contenere un volume d’acqua che ha tre dimensioni, anche la bottiglia deve avere tre dimensioni!E qui si apre una questione a lungo dibattuta: esisteva spazio intorno al nucleo del big-bang?Lo spazio che conteneva la particella primordiale e quel punto che ha avuto una espansione improvvisa evidentemente non “comunicavano” tra di loro.Cosa vogliamo dire?Vogliamo dire che evidentemente la particella del big bang, pur contenendo infinite qualità e una enorme quantità di energia non doveva essere “imparentata” con lo spazio che la conteneva.E invece negli ultimi tempi quella particella ha compiuto passi da gigante: dopo aver assunto le dimensioni del nostro universo, ha cominciato a non guardarsi solo all’interno di sé ma a ricordare di quel contenitore nel quale ha avuto la sua origine ed espansione.La particella primordiale e lo spazio, che ora possiamo chiamare iperspazio, hanno cominciato a familiarizzare, a conoscersi, a comunicare ed interferire.Se non altro il nostro universo, nato da quella realtà puntiforme, è maturato per poter “conoscere” l’iperspazio.Ma la domanda più facile da porsi è “perché proprio ora”?E’ come se il genere umano, parte di questo universo, abbia cominciato a concepire che esiste una realtà al di fuori dell’universo stesso, nella quale poter iniziare una nuova vita.E’ praticamente un processo di crescita e di maturazione finale: l’universo non guarda più al suo interno ma comincia a dare occhiate all’esterno di sé.Quello spazio o iperspazio che sembrava aver abbandonato quel granello iniziale al suo destino ha cominciato a capire che invece l’universo poteva “tornare a casa”.Da un punto di vista filosofico il nucleo che ha originato l’universo non aveva né forma, né sostanza quasi come fosse comparso dal nulla oppure fosse stato lo spazio esterno a trarlo proprio dal nulla.Essendo espressione del nulla, sia il nucleo originario, sia l’universo generato non “vedevano” l’iperspazio esterno, non avevano né occhi, né anima.Ci perdonerete la divagazione filosofica ma il rischio di uscire fuori pista nel campo della metafisica o del trascendentale è molto elevato.Dunque, riepilogando, al momento del big-bang la particella esplosa e lo spazio in cui si espandeva non si conoscevano e non interferivano: il nostro universo, cioè, non occupava spazio ma era originato dal nulla e aveva le caratteristiche del nullaMa come ora è possibile che iperspazio ed un universo espressione del nulla riescano ora a comunicare?L’anello mancante è che l’intero iperspazio può essere visto ora come una delle tante particelle-universo che ospita.Iperspazio e universo Anche l’iperspazio può essere visto come un “nulla” parte dell’universo.Ossia, quel nucleo tratto dal nulla ed esploso nel big-bang ha saputo dimostrare di essersi organizzato in universo ma anche l’iperspazio sa farsi particella perché hanno ora qualcosa in comune: le proprietà dell’infinito.La particella è diventata a suo modo un iperspazio in miniatura e l’iperspazio sa racchiudere tutte le sue qualità infinite in una particella, come se le quantità e qualità infinite dell’iperspazio fossero anch’esse espressione del nulla!E’ questo il punto di incontro tra macrocosmo e microcosmo. E’ questo il motivo per cui oggi possiamo ampliare le nostre vedute.Come è possibile che un luogo chiamato iperspazio possa essere considerato particella?Si può vedere in questo un processo intelligente: l’iperspazio avrebbe tratto dal nulla e non da sé la particella primordiale del big-bang ma per imparentarsi con quella particella ormai cresciuta come universo si è esso stesso, l’iperspazio, trasformato in particella, una tra le tante particelle contenute nell’universo ed assumere le proprietà del nulla e del vuoto, trasformarsi in infinitesimo.Chi ha deciso questo scambio prodigioso?Non vogliamo, come già detto, entrare nel filosofico o nel metafisico: vogliamo semplicemente far notare questa relazione esistente tra iperspazio ed infinitesimo.L’iperspazio sarebbe ciò che chiamiamo Dio? Non osiamo chiedercelo! Semplicemente stiamo notando che questo luogo qualitativamente e quantitativamente infinito è diventato una particella interna all’universo per informare di sé l’universo stesso.E grazie a ciò, in maniera simmetrica, l’universo può finalmente espandersi nell’iperspazio. Il nostro universo è una particella dell’iperspazio e l’iperspazio è una particella del nostro universo: proprio come due anelli di una catena che finalmente si sono incrociati senza potersi più staccare.Vogliamo insistere su questo concetto fondamentale a costo di sembrare noiosi: la particella primordiale ha dimostrato di saper diventare iperspazio e l’iperspazio quindi non trova difficoltà a farsi esso stesso particellare, fino a diventare un punto all’interno dell’universo!E’ come se un bravo nuotatore avesse finalmente imparato a sciare ed un bravo sciatore avesse imparato a nuotare.Quali prospettive apre questo modo di vedere le cose?Certamente prospettive straordinarie! Se una particella contiene proprietà dell’iperspazio e l’iperspazio quelle della particella, potremo passare facilmente dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande e viceversa!Pensiamo al teletrasporto: il nostro corpo potrà passare attraverso cavi elettrici o antenne come quelle di un televisore.Ma non divaghiamo…Il nostro cosmo è quindi una particella immersa nell’iperspazio ma adesso che “riconosce” lo spazio infinito in cui è immersa può finalmente espandersi illimitatamente.Non escludiamo quindi nel prossimo futuro, nei prossimi decenni, una espansione generale in ogni ambito delle nostre esistenze, cosa che non era stata possibile fino ad ora.         L’espansione Quello che molti scienziati non riescono a spiegare è come mai l’universo stia conoscendo una espansione di una portata mai verificatasi in passato: noi lo spieghiamo proprio perché l’iperspazio infinito è diventato una proprietà intrinseca dell’universo, una particella, un abitante dell’universo. E viceversa, anche l’universo ha assunto le qualità e quantità infinite dell’iperspazio.E per tornare alla domanda precedente, iperspazio ed universo evidentemente si stanno fondendo perché evidentemente era scritto nel loro codice genetico. L’anomalia era la situazione precedente di un universo espressione del nulla che non “vedeva” l’iperspazio esterno. La situazione attuale invece riporta le cose alla normalità.Se l’iperspazio fosse stato “visibile” dalla particella primordiale del big-bang, questa sarebbe stata completamente asservita, risucchiata ed assoggettata a questa realtà molto più grande e potente.Ora invece che l’universo ha raggiunto la maggiore età, può guardare all’iperspazio circostante con “spirito critico” senza restarne inglobato in maniera amorfa.E quindi, anche l’iperspazio può finalmente dialogare con questo fanciullo divenuto finalmente adulto che è il nostro caro universo.Ma ovviamente questa espansione nel macrocosmo delle nostre vite quotidiane è ancora tutta da dimostrare.Pensiamo ad esempio alle teorie liberistiche in campo economico di Adam Smith che profetizzavano risorse infinite.La nostra vita quotidiana, il nostro microcosmo dovrebbe conoscere, per analogia tra infinitesimamente piccolo ed infinitamente grande, una espansione, un miglioramento mai conosciuto da altre civiltà in passato.   Se guardiamo al passato, quindi, il nostro cosmo “pulsava” ossia si contraeva e si espandeva senza però riuscire definitivamente ad espandersi.. Nella storia del nostro universo vi sono stati momenti anche in cui si è raggiunta nuovamente la dimensione nulla del big-bang iniziale per poi iniziare una nuova espansione!In qualche modo, perdonateci ancora una volta la divagazione, ciò potrebbe essere collegato a civiltà o imperi comparsi e poi svaniti nel nulla nel corso della storia dell’umanità o ad un modo ciclico di vedere anche lo scorrere del tempo.L’epoca che viviamo dovrebbe essere quella di una svolta clamorosa: l’espansione non dovrebbe più fare posto alla contrazione ma dovrebbe durare all’infinito all’interno dell’iperspazio.Possiamo ritenere che se il nostro universo si è ingrandito e poi ristretto ciò possa avere influito anche sulla vita dei suoi abitanti che possano avere avvertito questi movimenti.Una espansione spaziale potrebbe aver significato anche una maggiore energia cosmica a disposizione dei suoi abitanti… ma queste ovviamente sono soltanto ipotesi divertenti e nulla di più.Torniamo quindi ai giorni nostri e a quella equivalenza che abbiamo enunciato: l’iperspazio sa farsi una particella  e la particella sa diventare iperspazio.Ovviamente vogliamo sottolineare che la particella non ha tutte le proprietà dell’iperspazio, però “tende” ad emularlo così come l’iperspazio non si limita alle proprietà di una particella-universo.Soltanto come curiosità vogliamo far osservare che poco prima dell’incontro tra iperspazio e particella-universo, il nostro cosmo ha conosciuto un’ultima contrazione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Ciò potrebbe spiegare le difficoltà a cui la nostra civiltà è andata incontro sul finire del secondo millennio e dalle quali dovrebbe lentamente  e definitivamente uscire.Facciamo notare che un fotone è una particella, un atomo può essere considerato tale, oppure una molecola: se ogni “punto animato” che ci circonda ha le proprietà dell’infinito possiamo immaginare a cosa andiamo incontro.Il nostro universo è dunque una particella contenuta nell’iperspazio e la cosa più sorprendente è che è l’unica particella ivi contenuta.Il cosmo in cui abitiamo è all’interno dell’iperspazio una realtà infinitesima ma al suo interno il nostro universo non è una entità omogenea ma, come spesso detto, caratterizzato da infinite proprietà sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.E’ il nostro universo e solo esso che andrà a riempire e ad informare di sé tutto l’iperspazio infinito generando così infiniti altri universi-particella.Molti studiosi sono alle prese con un rompicapo: come passare da un universo-particella ad un altro.Ma cosa è un universo-particella?E’ l’universo ad esempio che ogni essere pensante può creare all’interno dell’iperspazio.Se vediamo ogni individuo dotato di intelligenza come una particolare particella, tale individuo può creare un proprio universo.Ma perché ciò sia possibile occorre che il nostro cosmo sia completamente entrato nell’iperspazio ed all’interno di esso possa espandersi.Come scrivevamo poco fa, invece, il nostro cosmo in questi anni a cavallo del duemila è racchiuso entro uno zero di spazio ed energia e quindi non ha completato la sua espansione.Ci fanno sorridere allora quanti desiderano, sognano di passare da un universo “parallelo” ad un altro: essi non fanno altro che voler “vedere” l’universo ad esempio di chi gli è accanto, il proprio amico, i genitori, fratelli, sorelle! Ma basta guardarsi attorno e fare due chiacchiere con chi ci è vicino!Chi ci circonda è capace come noi di generare universi ma ciò non è possibile in uno spazio ridotto quale il nostro cosmo ma solo nell’iperspazio in cui stiamo entrando.E’ questo il mistero degli universi paralleli su cui torneremo più avanti.Non possiamo creare universi, per ora accontentiamoci di creare un libro, come facciamo noi, o un bel piatto di spaghetti o di sistemare un giardino gradevole alla vista sotto casa.E’ evidente che mentre entreremo nell’iperspazio la nostra visione delle cose potrà amplificarsi e potremo “creare” da uno spazio all’interno di pochi metri quadrati  fino ad estensioni molto più ampie.    Velocità dei cambiamenti Quanto è veloce il processo?Abbiamo fatto un calcolo approssimativo ed una accelerazione di questo ingresso potrebbe verificarsi tra il 2020 ed il 2030: è una questione di maturazione ed anche di conquista dello spazio.Si tratta dunque di un processo qualitativo ed anche quantitativo, infinitesimo ma anche a livello di macrocosmo.Non è cosa da poco quello che abbiamo affermato: se l’infinitamente grande sa diventare infinitamente piccolo e l’infinitamente piccolo riesce a farsi infinitamente grande, capite e potete immaginare le prospettive che si aprono davanti a noi.Oggi si comincia ad ipotizzare di poter manipolare la materia con le nanotecnologie e quindi se è valida la relazione secondo cui l’infinito equivale all’infinitesimo potremo ad esempio moltiplicare all’infinito anche piccole quantità di materiale prezioso.Molti a tale proposito ipotizzano che il denaro non servirà più e che presto potremo cominciare ad esempio a produrre cibo manipolando le strutture atomiche e molecolari.Abbiamo visto dunque che il nostro universo-particella e l’iperspazio non interagivano tra loro mentre è da pochi decenni che si studiano le relazioni tra macrocosmi e microcosmi.Abbiamo anche detto che si tratta di un processo di maturazione che vedrà l’umanità protagonista nel corso dei prossimi decenni.Si aprono scenari fantascientifici se pensiamo che la materia a livello atomico presto potrebbe addirittura acquisire la capacità di autoreplicarsi come fosse un organismo vivente!Unificare forze e particelle a questo punto non è più un problema grazie all’equivalenza infinito-infinitesimo.Se immaginiamo il nostro universo come un grande calderone di forze e particelle elementari, ebbene noi abbiamo ripensato il nostro cosmo a sua volta come particella infinitesima, una realtà molto piccola che contiene tutte le forze e le particelle dell’esistente.E perché ciò ci è possibile? Perché l’iperspazio può contenere infinite particelle, ciascuna di dimensioni infinite.Le qualità infinite dell’iperspazio superano ovviamente quelle delle particelle anche se i due infiniti tendono ad assomigliarsi.E quindi forze gravitazionali, elettromagnetiche, subatomiche e particelle ad esse correlate vengono a comporre il “codice genetico” di una unica stringa o particella, la stringa-universo.Possiamo chiamare le qualità di un nucleo infinitesimo anche “dimensioni” o “informazioni” e quindi un punto infinitesimo, che molti chiamano stringa, può contenere infinite dimensioni o informazioni. Ne è primo e basilare esempio il nostro universo con la sua miriade di informazioni contenute al suo interno!Ebbene, abbiamo capito che per unificare l’esistente ci siamo serviti di un unico strumento: l’equivalenza tra infinito ed infinitesimo, tra macrocosmo e microcosmo.Tutto questo discorso andrebbe corredato di dimostrazioni, ma a noi tali dimostrazioni non interessano perché non abbiamo la pretesa di scrivere un trattato scientifico ma solo di produrre una lettura piacevole.Le dimostrazioni comunque dovrebbero arrivare nel corso dei prossimi decenni perché tutto questo supporto teorico dovrebbe portare a manipolare la materia infinitesima per trarne realtà sempre più macroscopiche.Ripetiamo che dovremmo avere una accelerazione del progresso scientifico tra il 2020 ed il 2030 quando il nostro universo si sarà finalmente allontanato dallo zero energetico che molti hanno chiamato “anno zero”.Pertanto è questo il nostro goal che sommessamente ci sentiamo di suggerire al mondo scientifico: microcosmi e macrocosmi si equivalgono e grazie a questa equivalenza in un infinitesimo è possibile racchiudere migliaia di informazioni o dimensioni, sia che si tratti di particelle sia che si tratti di forze di qualsiasi tipo.Col termine “infinitesimo” possiamo dire che noi indichiamo le stesse stringhe o superstringhe che starebbero alla base del creato come mattoni fondamentali.Vogliamo solo suggerire che queste stringhe o infinitesimi possono avere non solo qualche unità ma anche migliaia di dimensioni o informazioni.Grazie al concetto di iperspazio, il nostro stesso intero universo può essere visto come una stringa o superstringa contenente miliardi di informazioni e quindi caratterizzato da miliardi di dimensioni!  Ebbene cari amici, qui si aprono scenari anche troppo spinti dal punto di vista fantascientifico che potrebbero portare a mutamenti radicali della nostra realtà.Molto probabilmente occorreranno comitati etici internazionali molto seri e dotati di grande equilibrio per sancire cosa sia lecito e cosa invece sia immorale.Ad esempio il discorso della clonazione è solo una delle tante implicazioni della nostra equivalenza: una cellula ossia un infinitesimo può “produrre” un infinito, se così vogliamo chiamare un individuo derivato da questo processo per ora vietato.Capite cari amici che il nostro dna può essere inteso anche come una stringa o una superstringa, un infinitesimo capace di generare un “infinito”, un individuo capace di pensiero ed azioni, un macrocosmo rispetto al dna che lo ha generato.Il futuro, avrete capito, è già adesso ma si scontra con i comitati etici e religiosi internazionali che pongono limitazioni.E’ il vecchio mondo che cerca di limitare e non morire per far posto al nuovo mondo.Ora, non chiedetemi da che parte stiamo: per il progresso senza limiti o condizioni o per le limitazioni.Occorre certamente conciliare vecchie concezioni con quelle nuove, mettere d’accordo tradizione ed innovazione e la cosa non è certamente facile.Un buon metodo di conciliazione è quello che noi chiamiamo la “lentezza iniziale”. In gergo automobilistico si usa la frase  “partire in quarta” per contraddistinguere un inizio di percorso in accelerazione.Noi invece suggeriamo di iniziare con questo cammino molto lentamente in modo da ridurre scontri e contrapposizioni in modo di accelerare solo quando le posizioni in gioco saranno conciliate.L’impazienza e la velocità non potrà che produrre scontri e guerre tra vecchio ordine di cose  e nuovo mondo e ciò a nostro modo di vedere è assolutamente inutile che avvenga.Noi abbiamo chiamato questo processo “funzione arco”: immaginate un arco di circonferenza che partendo da zero con una tangente orizzontale salga nel corso dei prossimi venti anni fino ad avere una tangente verticale.   L’arco di circonferenza è inizialmente quasi adiacente alle ascisse e comincia a salire solo nel 2013-2014 fino a diventare “verticale”ossia parallelo alle ordinate intorno al 2022.Comunque si tratta di datazioni solo puramente indicative: il processo può essere più lento ma anche più veloce di quanto da noi indicato. La nostra raccomandazione però, ripetiamo, è la lentezza iniziale per evitare lo scontro tra il nuovo che avanza ed il vecchio che pone limitazioni.Avrete notato che noi chiamiamo infinitesimo ciò che le scienze più ufficiali chiamano stringa. Un infinitesimo tende alla dimensione nulla ma può contenere anche moltissime informazioni e quindi dimensioni.Un infinitesimo può “proiettare” all’interno dell’iperspazio tutte le sue informazioni creando quindi un universo esteso anche infinitamente.Il problema quindi dell’ingresso nell’iperspazio e quindi nel nuovo mondo del nostro universo è una questione di dialettica tra nuovo ordine e vecchio sistema ed è quindi uno scenario che è sotto i nostri occhi.Possiamo misurare i progressi compiuti semplicemente guardando la televisione e riuscendo a capire quanto il vecchio sistema cerchi di evitare che il nuovo avanzi.Si tratta quindi di un processo intelligente e non puramente meccanicistico al quale tutti noi possiamo collaborare.Una questione della scienza diventa quindi un argomento di un dibattito soprattutto etico. Abbiamo sotto gli occhi tante problematiche aperte e riteniamo che la soluzione migliore sia il dialogo costante tra scienza ed etica.Una parentesi andrebbe aperta per quanti credono vi siano già universi paralleli. Proprio perché il nuovo non è “già” qui ed il vecchio domina “ancora”, gli universi paralleli sono dimensioni provvisorie che appaiono e scompaiono: quando il nostro universo avanza nell’iperspazio, si formano gli universi paralleli ma quando il vecchio mondo “rimette le catene” e frena questo processo, gli universi paralleli scompaiono.Possiamo immaginare un cagnolino che sfugge al guinzaglio del suo padrone, ma viene subito ripreso.Soltanto nell’iperspazio, quando vi saremo entrati, sarà possibile creare universi paralleli che siano stabili e non scompaiano.Ma la questione degli universi paralleli è solo una divagazione “onirica” e non è un argomento scientifico di cui abbiamo solo dato il nostro punto di vista.        Equivalenza macrocosmo e infinitesimo Possiamo ora tornare al discorso iniziale di una teoria omnicomprensiva del tutto che unifichi forze elementari e/o particelle ad esse associate. Sappiamo infatti che esiste l’equivalenza tra campo e particella, tra l’onda e l’increspatura che l’ha creata.Ebbene questa unificazione è possibile solo se riflettiamo sulla similitudine esistente tra macrocosmo o microcosmo: l’infinitamente grande contiene l’infinitamente piccolo ma anche l’infinitamente piccolo contiene l’infinitamente grande.E se ciò è vero non è più un problema a nostro modesto parere unificare in un’unica teoria il tutto perché una stringa può avere infinite dimensioni e quindi contenere l’infinitamente grande ma anche l’infinitamente grande è esso stesso una stringa.Il tutto può essere quindi ricondotto ad un principio solo: l’equivalenza tra infinito ed infinitesimo.La formula della teoria del tutto sarebbe una e semplicissima: infinito = infinitesimo o meglio      lim  x =1/x                           x®¥ Possiamo definire questa formula unica “paradosso del tutto” e possiamo anche dire che non stiamo facendo altro che estremizzare la teoria della relatività di Einstein: l’assoluto diventa particella (relativo) e la particella diventa assoluto.Anche se esistesse un Assoluto (Dio) noi lo stiamo addirittura relativizzando. E al contrario se la realtà fosse tutta relativa, noi la stiamo assolutizzando.                          Se esaminiamo la legge di Einstein  energia uguale massa per velocità della luce al quadrato, possiamo scrivere c=e/mcSe assumiamo che energia (campo) e particella sono la stessa cosa: e=m e quindi abbiamo c=1/c che assomiglia molto alla nostra equazione.Nel caso di Einstein c è la velocità della luce, nel nostro caso è una qualsiasi grandezza tendente ad infinito.Oppure, se non vogliamo semplificare, ma lasciare i termini e ed m, possiamo scrivere Lim x=e/mxx->¥  oppure lim mx=e/xx->¥ Dove x non è solo la velocità della luce, ma una qualsiasi grandezza o particella della fisica.L’osservazione che verrebbe di fare alla nostra formulazione è che sarebbe troppo semplicistica. In effetti la nostra formula è molto semplice ed inoltre occorrerebbe dimostrare che veramente questa equazione è all’origine del tutto.Dobbiamo ricordare che a nostro parere iperspazio multidimensionale e particella multidimensionale sono la stessa cosa.Facciamo un esempio. Se sappiamo che una forza è uguale alla massa per l’accelerazione, allora possiamo scrivere:f=maSe applichiamo la nostra formula, otteniamo che lim  f=1/ff->¥E quindi ma=1/mapertanto otteniamo una legge secondo cui per valori tendenti ad infinito la massa diminuisce se aumenta l’accelerazione ed invece se l’accelerazione tende a zero, la massa aumenta.Non chiedetemi quale legge sia questa ma si potrebbero fare tanti esempi di questo tipo.Potremmo fare un altro esempio con la quantità di motoq=mvEd anche in questo casomv=1/mvper cui la massa diminuirebbe anche con l’aumento di velocità per valori molto elevati tendenti ad infinitoInvitiamo i nostri lettori, come ulteriore esempio a divertirsi con la legge dei gaspv=nRtapplicando la nostra equazione. Noi non lo facciamo per non appesantire troppo con queste formule la nostra “lettura ammazzatempo”.Il limite della nostra teoria è che non possiamo dimostrarla nella realtà perché nel mondo reale è impossibile raggiungere valori infiniti di una grandezza.Basti pensare al problema ancora irrisolto della fusione nucleare: per fondere due isotropi dell’idrogeno occorrerebbe raggiungere temperature troppo elevate per la nostra tecnologia.            Il futuro è adesso Abbiamo già scritto che il nostro universo sta conoscendo una espansione mai verificatasi in passato.Tutto ciò è possibile proprio perché il nostro universo sta entrando finalmente nell’iperspazio, sta tornando in quello spazio dal quale era stato generato.Vogliamo ricordare che questa espansione si sta verificando in un luogo non solo infinitamente esteso ma anche qualitativamente caratterizzato da infinite proprietà.Tutto ciò non potrà che riflettersi in un miglioramento anche della nostra vita quotidiana perché a nostro parere ciò che accade nell’infinitamente grande dei macrocosmi si riflette anche nell’infinitamente piccolo.Dobbiamo però fare un passo indietro e chiederci se siamo già nell’iperspazio o dobbiamo entrarci e questo è un rompicapo abbastanza divertente.Il nostro universo si sta espandendo nell’iperspazio e quindi non vi è entrato completamente ma al tempo stesso può considerarsi come uno tra i tanti universi-isola presenti nell’iperspazio.E allora la domanda più ovvia che possiamo farci è come si possa passare da un universo all’altro e questa è la stessa domanda che si fanno molti ricercatori contemporanei.Possiamo ad esempio ipotizzare che l’iperspazio sia vuoto e che è quindi compito del nostro universo andarlo a riempire ma altresì possiamo ipotizzare che l’iperspazio sia pieno e che il nostro sia uno tra i tanti universi-isola.E’ un bel rompicapo, vi confido, e cerchiamo di risolverlo insieme.Dobbiamo ad esempio chiederci se l’iperspazio ha un “punto di riferimento centrale” oppure ogni universo può essere assolutizzato a punto di riferimento.Sono domande molto difficili, quelle che ci poniamo e a nostro parere occorre equilibrio per rispondere.E siccome noi siamo “dentro” l’universo che si va espandendo, dobbiamo osservare che il nostro universo sta appena entrando nell’iperspazio.Ma non è escluso che dal di fuori del nostro universo “qualcuno” assista a questo passaggio intervenendo più o meno misteriosamente.E quindi non escludiamo che “qualcuno” possa intervenire dall’esterno per accelerare il processo.Possiamo dire che il nostro universo è ancora ermeticamente chiuso ma non escludiamo che presto si possano aprire, durante l’espansione, delle gates con altri mondi, ammesso che il nostro genere umano sia maturo per conoscere altre dimensioni.Riepiloghiamo. In quanto universo “in espansione” possiamo dire che “siamo soli” al mondo, ma in quanto universo particellare in un iperspazio ormai “pieno” di altri universi, dobbiamo dire che qualcuno sta assistendo alla nostra faticosa maturazione.E quindi dobbiamo affermare che certamente esistono altri mondi abitati, certamente esistono universi paralleli, ma il problema è metterci in comunicazione con loro.E qui torniamo al problema etico che ci siamo posti nelle nostre prime pagine: andiamo in un mondo “infernale” in cui tutto è “diabolicamente” consentito oppure andiamo in un mondo in cui vi saranno ancora moltissimi limiti invalicabili dal punto di vista morale?Lasciamo ai lettori il giudizio e la risposta a queste domande. Facciamo un esercizio di logica come esempio: immaginiamo che nel 2070 venga inventata la macchina del tempo; sarà consentito ai nostri nipoti del 2070 venire qui da noi nel 2007? O forse qualcuno è già presente tra noi? E’ lecito, è morale viaggiare nel tempo e modificare la storia?Ripetiamo allora questo concetto: sicuramente esistono moltissimi altri mondi che ci “osservano” perché il nostro spazio-tempo è solo uno dei tanti mondi possibili nell’iperspazio.Ma siccome noi ci siamo “dentro”, dobbiamo ancora maturare per “conoscere queste cose”.Quando saremo maturi?Noi riteniamo che saremo maturi non appena nel nostro universo ermeticamente chiuso si apriranno “spiragli di luce” che ci consentiranno di intravedere l’iperspazio.E’ utile l’espressione “già e non ancora”: siamo già nell’iperspazio ma non ancora definitivamente.Però teniamo moltissimo a far notare che noi non vediamo altro ad eccetto del nostro pianeta abitato, ma altri mondi vedono sicuramente noi.Per usare un’immagine efficace, noi siamo su un immenso palcoscenico ma non vediamo il pubblico in sala perché le luci sono spente. Però il pubblico sicuramente vede noi, ma resta in silenzio per non disturbare la nostra “recita”.Quando le luci saranno accese nella sala e la nostra recita, il nostro compito di maturazione sarà terminato, anche noi potremo vedere  il pubblico ormai illuminato!Pensiamo ad esempio al tema degli universi paralleli: siamo noi maturi per interagire con noi stessi mentre compiamo un’altra vita? E’ questione di crescita e consapevolezza.Quello che per alcuni potrebbe essere il paradiso, per altri potrebbe essere l’inferno!Ecco perché dicevamo che occorre equilibrio: non dobbiamo pensare di essere soli, ma non dobbiamo neanche credere che il nostro pianeta sia invaso dagli alieni!Qualche contatto ci può essere ma questo ci riguarderà soprattutto in futuro.     Gates mentali Parlavamo dunque di “spiragli di luce”. Ma qualche spiraglio si è già aperto se nel mondo molti ricercatori riescono ad immaginare questi nuovi mondi!Infatti il nostro universo era ermeticamente sigillato e mai sarebbe stato possibile immaginare altri mondi o immaginare l’esistenza dello stesso iperspazio se spiragli non si fossero aperti.Oseremmo dire “spiragli virtuali”, “spiragli mentali”, gli stessi che illuminarono gli enti spaziali americani e sovietici quando capirono che era possibile e non era più una utopia uscire dall’atmosfera terrestre o mettere addirittura il primo piede sulla luna!Quando lo capirono? Venti, trenta anni prima? Ebbene, cari lettori, è la stessa situazione che viviamo oggi: riusciamo ad intravedere queste nuove realtà solo con il nostro pensiero, con la nostra immaginazione. Esse fanno ancora parte del nostro mondo virtuale possiamo dire, ma tra venti-trenta anni potrebbero diventare molto reali!Capire che possono esistere infiniti mondi, infiniti universi al di fuori del nostro è stato reso possibile solo perché si sono effettivamente aperte delle gates mentali o virtuali, ma tra qualche anno questi spiragli mentali potrebbero divenire reali.E quindi potrebbero aprirsi quei collegamenti e relazioni con altri mondi che ora riusciamo solo a immaginare.Facciamo un esempio che riguarda il nostro amato pianeta. Negli anni ottanta, mentre ancora il mondo era diviso in due blocchi contrapposti, si cominciava a parlare di “villaggio globale” riferendosi ad una rete di relazioni tra gli abitanti della terra.Ebbene, questo villaggio globale che si intravedeva già soltanto mentalmente oggi sta diventando o è diventato possibile grazie ad esempio alle reti informatiche che uniscono il globo.Prima che qualcosa diventi possibile e quindi reale è necessario immaginarla!Una volta immaginata, diamo tempo al tempo e questi “sogni” diventano reali.Se allora facciamo il parallelismo con gli anni ottanta ed il sogno di villaggio globale che si sta realizzando in questi anni, possiamo dire che l’interazione con altri mondi sarà possibile tra… venti anni? Forse è ancora troppo presto? Vedremo, il futuro ce lo dirà!  Le gates con altri mondi, dunque ci sono ma si tratta soltanto di porte mentali. In quest’ottica noi risolviamo il problema di chi cerca porte con altri mondi: è questione solo di anni, una questione di tempo.    
 
Indice Introduzione………………………………………………pag.  3La nascita dell’universo…………………………….pag.  8Iperspazio e universo……………………………….pag. 13Espansione…………………………………………….… pag.17Velocità dei cambiamenti………………………….pag.24Equivalenza macrocosmo e infinitesimo….pag. 35Il futuro è adesso……………………………………..pag. 41Gates mentali……………………………………………pag. 47            Dott. Ing. Nicola GiampaoloVia V. R. Lamorgese, 1270018 Rutigliano (Bari)Tel. 0804761120Cell 3460239906Email: nicola_giampaolo@libero.it  
24/05/2008 21:42
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caspita, è davvero.... lungo!
mi sembra piuttosto interessante, quando troverò del tempo sicuramente lo leggerò. una gran bella mole di lavoro! [SM=g8431]
...però... insomma, non per dire, ma io lo dividerei in paragrafi.... [SM=g8434]
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---No time, no space, another race of vibratons The sea of the simulation---
15/06/2008 21:25
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GRAZIE!!!!
Caro il nostro Dottor NICOLA,
navigando con la mente nell'infino universo, costruendo futuristiche ipotesi e dando un malcelato sfoggio della sua cultura accademica, il dott. ha perso l'orientamento!
Non in questo forum doveva postare il suo articolo!
Un manoscritto di siffatta natura potrebe essere una "piccola" tesi di laurea di un fisico-filosofo.
Ma che bagliori di luce!
Che sparazzi di intelligenza si scorgono qua e là scorrendo il testo!
Meriterebbe una minzione (refuso di stampa) su un bel giornale scintifico (refuso di stampa) come FOCUS (la notrana esperessione della cultura scientifica rivolta al popolo divoratore di sapere).
Peccato, peccato davvero che il dotto intervento del Dott Ing Nicola non abbia avuto molte risposte...
Ma noi ci impegnamo tutti a leggere e meditare su questo capolavoro che la mente di un ingegnere (lo si capisce solo dal fatto che, in calce ha scritto il titolo) ha regalato all'umanità intera.
Grazie Nicola regalaci ancora gocce di luce e sentieri luminosi e illumina piccolamente.
16/06/2008 09:22
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Re: GRAZIE!!!!
piccolamente, 15/06/2008 21.25:

Caro il nostro Dottor NICOLA,
navigando con la mente nell'infino universo, costruendo futuristiche ipotesi e dando un malcelato sfoggio della sua cultura accademica, il dott. ha perso l'orientamento!
Non in questo forum doveva postare il suo articolo!Un manoscritto di siffatta natura potrebe essere una "piccola" tesi di laurea di un fisico-filosofo.
Ma che bagliori di luce!
Che sparazzi di intelligenza si scorgono qua e là scorrendo il testo!
Meriterebbe una minzione (refuso di stampa) su un bel giornale scintifico (refuso di stampa) come FOCUS (la notrana esperessione della cultura scientifica rivolta al popolo divoratore di sapere).
Peccato, peccato davvero che il dotto intervento del Dott Ing Nicola non abbia avuto molte risposte...
Ma noi ci impegnamo tutti a leggere e meditare su questo capolavoro che la mente di un ingegnere (lo si capisce solo dal fatto che, in calce ha scritto il titolo) ha regalato all'umanità intera.
Grazie Nicola regalaci ancora gocce di luce e sentieri luminosi e illumina piccolamente.





Io penso invece, che ha fatto bene a postarlo......ogni nuova considerazione e' bene accetta qui.


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